Mostra collettiva “Terre d’acqua” presso il Museo del Paesaggio a Torre di Mosto (Ve) |
Periodo dal 23/05/2021 al 05/09/2021 Inaugurazione: - Orari:Mostra collettiva dedicata ai pittori tra ottocento e novecento interpreti del tema del paesaggio dal vero a Venezia ed in laguna La mostra è dedicata a quei pittori che, tra Ottocento e Novecento, hanno saputo interpretare il tema della veduta prospettica e d’invenzione del paesaggio dal vero a Venezia e in laguna. Nell’assoluta aderenza al vero naturale, gli artisti di quel periodo hanno saputo descrivere lo stato d’animo della veduta con la suprema sintesi di un linguaggio espressivo, lontano dalle accademie e mirato a una vera e propria rigenerazione dell’arte. Dipingere la natura non è più quindi la riproduzione del visibile, ma è la rivelazione dell’invisibile, è l’intuizione di un’essenza, è l’armonia mundi di un momento che raccoglie in sé tutta la fantasia, il colore e la luce di un istante prezioso. Ogni opera d’arte, quale che sia la sua sostanza, è un passo avanti verso l’obiettivo finale dell’artista, sarà poi il traguardo a deciderne la forma e a negarle la replica, dopo l’ultimo tocco del pittore non c’è più spazio per nulla, se non per l’esposizione al pubblico e l’analisi critica dei contenuti. Ecco perché si è pensato di completare questo percorso espositivo lasciando spazio ad alcuni artisti contemporanei che hanno continuato a lavorare sul tema del paesaggio, nella rivisitazione di un linguaggio più aderente al nostro tempo: Giovanni Cesca; Mara Fabbro; Cesco Magnolato; Luigi Rizzetto; Andrés David Carrara; Paolo Del Giudice e Tommaso Bet, restano gli artefici di una ‘deformazione visiva’ nel riflettere il pensiero dello storico Alain Roger che nel suo: Breve trattato del paesaggio afferma che il “paesaggio non è natura, ma storia, per questo preferiamo vederlo attraverso il filtro della letteratura e dell’arte”. È un’interpretazione questa, che ben si adatta al tema della mostra, in quanto questa propone la visione sublimata dei luoghi attraverso una lente deformata dalla cultura e dall’interpretazione individuale dell’artista. Ma quello che il pittore tramanda nell’opera è anche la testimonianza di un espressionismo più immediato e scoperto che porterà poi alla visione dello stesso paesaggio mediato però dal filtro dell’emozione e dallo slancio della passione pittorica. Mostra a cura di Giorgio Baldo e Stefano Cecchetto
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