Periodo dal 19/06/2008
al 15/07/2008
Inaugurazione: 18 giugno 2008
- Orari:
Mostra antologica del maestro Miro Romagna presso la Scuola Grande San Teodoro
A due anni dalla scomparsa, la mostra Miro Romagna. 1927 - 2006 intende ripercorrere le tappe salienti del percorso di questo artista, giudicato dalla critica tra i più significativi pittori del “Chiarismo veneziano” post-impressionistico, e forse l'ultimo grande testimone di un’epoca e di una scuola alla quale si attesta l'arte veneto-lagunare del primo e parte del secondo Novecento.
La personale presso la Scuola Grande San Teodoro a Venezia (19 giugno - 15 luglio 2008), inaugurata mercoledì 18 giugno alla presenza dei critici d’arte Enzo Di Martino e Siro Perin, è organizzata dall'Associazione Culturale Miro Romagna in collaborazione con la Galleria d'Arte Flaviostocco di Castelfranco Veneto e fa parte di un ciclo di esposizioni antologiche dedicate all'artista veneziano che toccheranno, per ora, alcune città del Veneto. In calendario Villa Pisani a Strà, nel maggio del 2009, e successivamente a Vittorio Veneto, in collaborazione con l'Associazione Culturale il Filò e l’ Assessorato alla Cultura del Comune, e presso il Museo Civico di Rovereto – Trento.
Tre le sezioni in cui si articola la mostra:
Esposte circa cinquanta opere fra le quali una ventina dedicate al primo periodo dell'artista, legato al gruppo di pittori di Palazzo Carminati (dal 1956 al 1962): con lui erano Barbaro, Borsato, Domestici, Magnolato.... “Quando ci si deciderà a tratteggiare, in un libro o in una mostra, quel periodo, si vedrà la connessione con il “realismo esistenziale” milanese e con altri gruppi italiani, e si capirà come, sotto lo stesso segno acre e risentito, covasse nei veneziani una temperie cromatica tutta particolare: quella che, appunto, Miro Romagna ha espresso così magistralmente” (Paolo Rizzi, 1991).
Una piccola sezione sarà inoltre riservata ai ritratti eseguiti dall'artista nel corso della sua vita pittorica ad amici-artisti tra i quali Eugenio Da Venezia, Giovanni Nei Pasinetti, Neno Mori, Giampaolo Domestici, Toni Fulgenzi, Ernani Costantini, e a critici d'arte fra i quali Guido Perocco, Paolo Rizzi, Enzo Di Martino... ”E’ forse la mostra più coraggiosa della stagione. Alla Galleria Sant’Angelo di Venezia Miro Romagna presenta i suoi amici: i ritratti cioè di una ventina di persone, tra cui alcuni artisti ben noti. Con le tecniche del riporto fotografico oggi di moda e con la stessa diffusa assunzione di linguaggi più o meno iperealistico, fare un ritratto alla maniera pittorica parrebbe un anacronismo. Per Romagna diventa invece una sfida. Troppo comodo usare la fotografia o il ricalco: vediamo cosa sa fare un pittore-pittore! Che la sfida sia riuscita o meno ognuno può giudicare.......Si riconosce insomma in Romagna il pittore “di razza”, che lavora spavaldamente allo scoperto, mettendo sul tavolo tutte le carte. E oggi, in un tempo in cui gli operatori paiono nascondersi dietro i triangolini e i quadratini di un’impotenza espressiva, l’esempio di questa mostra può essere uno choc salutare” (Paolo Rizzi, 1972).
Chiuderà la rassegna una decina di paesaggi recenti di grande dimensione, per lo più scorci lagunari del Canale della Giudecca, del Mulino Stucky e di punta della dogana... “Si tratta di una veduta delle Zattere alla Marittima con dei lavori in corso del 1996; una visione del 2005 dello stesso porto, più avanzato verso il bacino, con sullo sfondo la chiesa di San Giorgio; ed infine una Venezia immaginata, sfaldata in una luce turneriana – diffusa ed innaturale, che da sola potrebbe forse rappresentare la concezione della pittura che aveva Miro Romagna. Risultando del tutto evidente che l'artista appare oggi uno dei maggiori protagonisti della tradizione pittorica veneziana, quella che prende l'avvio degli incantati e straordinari cieli tiepoleschi, per intenderci. Evitando di proposito di citare la cosiddetta “Scuola di Burano”, perchè, a parte alcuni grandi personaggi, Miro Romagna ha certamente sopravanzato i limiti immaginativi ed esecutivi di questo pur rispettabile gruppo di pittori di tradizione, nel tentativo di ricollegarsi invece alla grande pittura veneziana” (Enzo Di Martino, 2006).
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